sabato 25 luglio 2009

Storia della Robotica (1)

Primo racconto della serie, per gustarvelo al meglio passate dalla presentazione. Buona lettura.

Anno Zero

L'ing. Efesto, chiuso nel suo laboratorio, è allo stremo delle sue forze. Lavora in un paese alle pendici dell'Etna e il suo mestiere è progettare e costruire armi e mezzi di trasporto. E' chiaro che ad un certo punto si rende conto di non essere più in grado di fare tutto da solo e quindi decide di assumere dei dipendenti. Questi, rispettosi delle legge 626 sulla sicurezza sul lavoro, durante le ore lavorative, portano costantemente chi una maschera da saldatore, chi degli occhiali a microscopio. Efesto ribattezzò i propri dipendenti Ciclopi.
Un bel giorno ricevette dal suo vecchio amico Zeus una commessa di folgori. Zeus era industriale poco più anziano di lui ma portava così male i suoi anni che spesso, quando uscivano insieme, li scambiavano per padre e figlio. Tutto contento si recò dai suoi Ciclopi e li informò che avrebbero dovuto fare gli straordinari. Invece di apparire contenti, cominciarono ad inveire che faceva troppo caldo e che inoltre mancava un ragazzo nella squadra. Infatti a mancare era il Dott. Polifemo che si era messo in mutua. Pensate che quando telefonò a Efesto per avvisare della sua assenza raccontò di essere stato accecato da Nessuno. Efesto scosse solo testa e si chiese fin dove poteva arrivare la fantasia di un salariato pur di prendere soldi senza lavorare. Ma passiamo oltre.
Efesto fece allora presente al Cavalier Zeus che non sarebbe stato in grado di rispettare i tempi di consegna. Non vi dico quanto può essere tremenda l'ira di Zeus, ma siccome Efesto non è un pivellino e neppure buono di carattere riuscì a trovare un accordo. Bisogna sapere che l'ing. Efesto è il tipico ingegnere: stempiato, con gli occhiali, la pancetta e la barba lunga. Come se non bastasse era pure diventato zoppo in seguito ad una caduta in montagna. Questo è fondamentale per capire di che cosa potesse aver bisogno Efesto per sfogarsi e procedere con i lavori: una donna.
Zeus ci pensò a lungo, gli propose una prostituta e un'amica zitella, ma Efesto rifiutò. Conosceva fin da bambina la figlia più bella di Zeus e chiese in sposa Afrodite.
Zeus era furioso come un toro e continuando brontolare e ad accarezzarsi la barba, valutava i pro e i contro dell'offerta. Sua figlia era proprio una bella gnocca e sperava di darla in sposa ad un personaggio importante, un Presidente del Consiglio ad esempio. D'altra parte non poteva fare a meno dei fulmini di Efesto, unico detentore del brevetto.
Alla fine Zeus accettò suo malgrado ma chiese che fosse almeno allestito un banchetto di nozze degno di una dea. Dell'opinione di Afrodite non importava a nessuno, ma d'altra parte siamo in una passata Sicilia.
Efesto non credeva alle sue orecchie e preso quasi alla sprovvista accettò.
Rientrando in officina si rese conto di aver fatto la cazzata: dove avrebbe trovato il tempo di fare i preparativi? E se poi Afrodite l'avesse tradito? Si rinchiuse nell'ufficio tecnico e pensò. Pensò.
E pensò ancora.
Giunse ad una soluzione.
Si mise allora a lavorare ad un progetto innovativo e in un certo giorno della storia chiamato anno 0, realizzò più in fretta di quanto sperasse ben quattro automi, o robot che dir si voglia. Dovette dar loro forma femminile perché il cervello non era riuscito a svilupparlo come avrebbe voluto, ma in cambio ottenne da loro una dolcezza e un'attenzione tali da poterle definire ragazze d'oro.
Era nata la robotica.

Al prossimo post.

Buona Giornata.

3 commenti:

paroleperaria ha detto...

:))
Non so se ho capito esattamente dove volevi arrivare e di questi nomi ne conoscevo solo uno... cmq grazie a i tuoi link mi sono documentata.
Questa storia, in ogni caso, è bellissima... complimenti.
E mi fa venire in mente una domanda: tu scrivi, oltre che il blog voglio dire?
Ciao!

Roby ha detto...

Dove voglio arrivare lo scoprirai leggendo i futuri post... ;)
Grazie dei complimenti, non se ne ricevono mai abbastanza.
No, oltre al blog non scrivo altro. Mi piacerebbe ma non ho la costanza. Ho iniziato un libro già qualche anno fa ma sono solo alla decima pagina... E non è che mi manchi la trama!

paroleperaria ha detto...

Secondo me dovresti continuare il libro... mi sembra che te la cavi benissimo.
Anche io scrivo... un racconto lungo l'ho scritto per intero, ma non sono molto convinta e poi ho un sacco di racconti iniziati e mollati e storielle (alcune delle quali sono anche messe nel blog).
Adoro scrivere, lo trovo "liberatorio"...