domenica 30 agosto 2009

La Calabria In Un Uomo

Zio Angelo non è un semplice muratore, è per me l'emblema della calabresità.
Zio Angelo ha sposato la sorella del papà della mia compagna. E' un uomo che ha superato i quaranta, di media statura, con due baffi da motociclista anni Settanta e un addome prominente.
Non parla italiano se non a fatica, solo catanzarese; il suo vocabolario è piuttosto ristretto, ma è probabile si limitasse a utilizzare le parole che capivo. Trovo meraviglioso il modo con cui utilizzava il verbo 'fare', riusciva a dargli una versatilità inimmaginabile.

'Sono andato a Santa Nicola a fare per il motocarro'. A fare che?
'Se non raccolgo le melanzane, si fanno tutte'. Si drogano?
'Attento con quella vernice che ti si fanno tutte le mani'. Ho solo due mani e le ho già!
'Tengo d'occhio il cane sennò si fa coi gatti'. Si accoppia con i gatti?
'Guarda come mi si fanno le unghie'. Questo è facile! Crescono? (In realtà questa l'ha detta la mia ragazza... Urgeva riportarla al nord!)

Si potrebbe pensare che ciò sia dovuto alla sua ignoranza ma... No, è una cosa diffusa. Eccovi un paio di esempi fotografati.
Il primo cartellino era appeso ad un albero di ciliege, il secondo sulla porta della sacrestia in una chiesa a San Pietro Apostolo. E comunque c'era un semplice campanello.

Zio Angelo alleva il suo bel maiale per farne pancetta e soppressata. Cioè, non è che ne fa solo quello, però è ciò che ho gustato inorgogliendolo.
Giù per la collina coltiva anche un po' di terra: zucchine, melanzane, pomodori, cetrioli, fagiolini e vaianelle (come li chiama lui) peperoni e peperoncini. Ettari di peperoncini.
No dai, i peperoncini non erano così tanti, ma comunque una quantità spropositata per una coppia. Neanche pomodori e cetrioli scherzavano, tagliati per l'insalata a pranzo e a cena. E le melanzane? Uh, questa la devo raccontare!
Al nostro settimo giorno di permanenza, arriva zio Pasquale con Victor il boliviano. Sono giù per lavoro. Per cena mia suocera ha preparato melanzane ripiene e noi per farle onore ne mangiamo in abbondanza e ci sforziamo di non lasciarne una. Victor si sbilancia educatamente nell'affermare che le ha trovate buone. Ecco allora che il viso di mia suocera si illumina in un sorriso e con gaiezza esclama: 'pensa che in una settimana le ho fatte già tre volte! Se ne vuoi ancora...'. Si alza e tira fuori dal forno una teglia di dimensioni mai viste colma di melanzane ripiene. I miei occhi si sgranano, la bocca dello stomaco si chiude e inizio a pregare. No, basta, voglio una carbonara!
Il giorno dopo, a pranzo, preparo la carbonara per tutti. Mi viene particolarmente bene, ne sono fiero e me la assaporo quando, con la coda dell'occhio vedo le mani di zio Angelo in movimento: sta tagliando del peperoncino fresco sulla mia carbonara! Nooo! Assassino!
Buoni però quei piparielli. Prima di partire me ne regala un po', tra ieri e oggi li ho messi in vasetto per prepararmi l'olio santo.

Per chi fosse interessato, faccio un po' di pubblicità ad un piccolo produttore della zona. Si chiama Tuttocalabria e le sue specialità sono tutte piccanti.

1 commento:

Cinzia ha detto...

Non puoi condannare le melanzane ripiene che tua suocera ha fatto con tanto orgoglio! Sei troooooppo settentrionale!! :D